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25 Maggio 2021Studio Ud’A: Il Peperone dolce di Altino ha ottime proprietà antiossidanti e antinfiammatorie.
Il peperone dolce di Altino, prodotto tipico abruzzese e Presìdio Slow Food, non è solo buono per il palato ma ha ottime proprietà antiossidanti e antinfiammatorie che si dimostrano efficaci nella protezione di alcune malattie della prostata. Lo rivela uno studio internazionale dell’Università d’Annunzio di Chieti.
La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Antioxidants e ha coinvolto anche l’Istituto superiore di Sanità, l’Università di Napoli, due atenei turchi.
La storia del prodotto tipico
In Abruzzo le prime testimonianze del peperone dolce di Altino risalgono al 1752, quando in un atto del notaio di Gessopalena, relativo al territorio di Roccascalegna, la pianta viene citata con il nome di peparoli. Nell’Ottocento la coltivazione dei peperoni si è completamente radicata nelle campagne abruzzesi e tuttora resta uno degli alimenti forza dell’alimentazione rurale della regione. Un motto popolare spiega bene l’alimentazione contadina del posto: “Pomodori e peperoni, l’allegria del cafone” (fonte Slow Food).
Caratteristiche
E’ un piccolo peperone a corno di colore rosso intenso chiamato a livello locale anche paesanello o, in dialetto, peperone “a cocce capammonte“, cioè a testa all’insù, perché i frutti crescono rivolti verso l’alto. Una volta maturi, vengono raccolti e infilzati con un ago e dello spago all’altezza del peduncolo, in modo da crearela tipica collana, qui chiamata “crollo”. Si lasciano essiccare all’aria per diversi giorni e, quando non c’è più traccia di umidità, si fanno tostare in forno.
I peperoni, secchi e tostati, dal caratteristico sapore dolce, vengono poi macinati a grana grossa o polverizzati (la tradizione vuole in antichi mortai chiamati “piloni”).
Gli impieghi in cucina
La polvere così ottenuta viene utilizzata per il condimento della pasta oppure per la preparazione di insaccati come, ad esempio, la ventricina del vastese. I peperoni essiccati possono anche essere passati velocemente in olio bollente per poi essere sbriciolati o consumati interi per accompagnare primi piatti, baccalà, carne di maiale e verdure. Si usano infatti per la tipica “pizz e foje” (una pizza di verdure con impasto a base di farina di mais). La polvere può anche essere utilizzata come ingrediente della pasta e del pane fatti in casa conferendo all’impasto un vivo colore rosso.
L’origine di questo peperone è probabilmente da ricollegare all’introduzione della paprika dai Balcani da parte di popolazioni slave stabilitesi nella provincia di Chieti nel quindicesimo secolo. Da questo potrebbe essersi originata anche l’abitudine di ridurre in polvere il peperone, caratteristica dell’est Europa.
Stagionalità: si raccoglie dalla prima decade di agosto, quando le bacche raggiungono la tipica colorazione rossa.
I risultati della ricerca universitaria
I peperoni secchi usati per la ricerca universitaria sono stati acquistati a giugno dello scorso anno proprio ad Altino, il paese in provincia di Chieti famoso per questo prodotto tipico.
Non è la prima ricerca universitaria sul peperone dolce di Altino ma quest’ultima ne mette in luce aspetti nuovi. I risultati, infatti, hanno evidenziato le proprietà antinfiammatorie e antiossidanti di questo prodotto tipico, quindi utili anche contro l’invecchiamento cellulare.