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26 Maggio 2020La vallata del Sangro presenta una biodiversità vegetale difficilmente riscontrabile altrove, legata a molteplici aspetti. In primo luogo, la peculiare posizione geografica: il bacino del Sangro, infatti, segna il limite tra due regioni bioclimatiche, quella Mediterranea e quella Centro-Europea. Inoltre, il substrato litologico si caratterizza per una notevole complessità e diversità legata a tipologie diverse di argille, affioramenti di calcare, gesso, marna, arenaria, ecc. Un ruolo determinante è giocato dal notevole dislivello altitudinale, che va dal livello del mare alla vetta della Majella (2972 m slm).
Argille Scagliose
Accade così che, in pochi chilometri quadrati, convivano piante mediterranee che non si spingono, almeno sul versante adriatico, più a nord del Sangro, con una moltitudine di specie di origine artico- che proprio in questo territorio hanno il limite meridionale del loro areale distributivo. Ai diversi relitti terziari, legati a periodi climatici più caldi, si affiancano paradossalmente specie floristiche considerate relitti glaciali, la cui distribuzione è stata favorita dall’ultimo evento glaciale. Inoltre, numerose sono le specie balcaniche che presentano una disgiunzione occidentale del loro areale proprio in questo territorio.
Nigella
Scarpetta di Venere
Alla diversità floristica naturale, si affianca anche una notevole varietà vegetale di origine antropica. Il territorio si caratterizza per la presenza di una moltitudine di piante coltivate, conseguenza di un’agricoltura radicata sul territorio da millenni. Infatti in questa area, l’arte di coltivare i campi è praticata da almeno 7.000 anni, come attestano gli insediamenti neolitici di Lama dei Peligni e Fossacesia. Inoltre, proprio nella vallata del Sangro (Archi) è testimoniata per la prima volta in Abruzzo, e per buona parte del versante adriatico della Penisola, la coltivazione dell’olivo (Età del Bronzo), mentre in un insediamento sannitico-romano di Pallano abbiamo una delle prime testimonianze italiane ed europee della coltivazione del susino. Sempre nella vallata del Sangro è testimoniata per la prima volta in Abruzzo la coltivazione del peperone e della patata.
– Aurelio Manzi